Ecco come i sondaggi
politici fotografano (e imbrogliano) gli italiani
Che cos’è
un sondaggio? Secondo Wikipedia “Il sondaggio d'opinione è una ricerca ed
elaborazione di dati-statistica con lo scopo di conoscere l'opinione di un
gruppo di persone relativo ad un dato argomento.
I
sondaggi d'opinione, di solito, vengono svolti rivolgendo ad un campione di
riferimento (un piccolo numero di persone) una serie di domande ed estrapolando
le risposte di un gruppo più ampio in un intervallo di confidenza secondo
tecniche di tipo statistico. Diffusi sono i sondaggi d'opinione all'interno di
ricerche di mercato e in ambito politico per conoscere le tendenze politiche
dell'elettorato pubblico, specie in vista di elezioni o come feedback sul grado
di soddisfazione/apprezzamento politico o di un partito politico. Il sondaggio
d'opinione che si occupa di estrapolare i risultati elettorali durante le
giornate elettorali è detto invece exit poll”.
Per
elaborare i sondaggi esistono diversi istituti, pubblici (il più importante è
l’ISTAT) e privati, che li elaborano su commissione.
Mentre i
sondaggi di mercato sulle tendenze dei consumi sono in genere commissionati da
singole case produttrici o da associazioni di categoria, quelli politici,
invece, sono commissionati per lo più da formazioni politiche, gruppi
editoriali o singole testate giornalistiche.
Tutti i
sondaggi dovrebbero avere, come obiettivo finale, quello di “fotografare” le
tendenze della popolazione, rispetto alle proprie aspettative, i gradimenti e
gli orientamenti. E mai essere utilizzati, e questo vale soprattutto in ambito
politico, per alterare, condizionare o addirittura “manipolare” le libere
convinzioni o scelte dell’elettorato.
Uno dei
principali obiettivi del movimento astensionista (che non è un partito
politico) è quello di preoccuparsi degli aspetti relativi alla realizzazione e
diffusione “corretta” dei sondaggi politici, poiché nella loro elaborazione e
pubblicazione sicuramente possono annidarsi operazioni “sospette”, finalizzate
ad una conquista del potere per lo meno “anomala” da parte di partiti e gruppi
di potere.
Senza
addentrarci nelle complesse enunciazioni matematiche e sociologiche preliminari
alla realizzazione dei sondaggi politico-elettorali, per i quali esiste anche
un sito governativo che ne regolamenta la diffusione, www.sondaggipoliticoelettorali.it, cerchiamo
ora di capire come essi vengono effettuati e diffusi in Italia. La legge di
riferimento che li disciplina, (art. 8, comma 3, legge 22 febbraio 2000, n. 28)
stabilisce le modalità che devono essere rispettate nella loro realizzazione e
divulgazione, indicando:
a) Il
soggetto che ha realizzato il sondaggio;
b) il committente e acquirente;
c) i criteri seguiti per la
formazione del campione;
d) il metodo di raccolta delle
informazioni e di elaborazione dei dati;
e) il numero delle persone
interpellate e universo di riferimento;
f) le domande rivolte;
g) la percentuale delle persone che
hanno risposto a ciascuna domanda;
h) la data in cui è stato realizzato
il sondaggio.
Relativamente
alla lettera “g”, ovvero “la percentuale delle persone che hanno risposto a
ciascuna domanda”, punto critico della mission strategica del sondaggio,
intanto vengono perennemente lasciati fuori dai conteggi percentuali
tutti quegli intervistati che esprimono la convinzione di non rivedersi
in alcun partito, e quindi l’intenzione di disertare le urne; ma, analogamente,
grazie a questo grossolano stratagemma vengono lasciati fuori dai conteggi
anche tutti coloro che esprimeranno scheda bianca/nulla.
Tutti
questi intervistati “non utili ai partiti”, che comunque fanno pur parte
dell’intero universo elettorale, non possono “sparire nel nulla” nel momento in
cui bisogna divulgare la “fotografia”, ovvero le percentuali reali, altrimenti
questa non è più democrazia ma qualcosa di terribilmente più inquietante!
Ma dov’è
l’inghippo e, secondo noi, anche la violazione della legge 28 del 2000?
Se il
sondaggio politico viene diffuso con l’intento di fotografare, come dovrebbe
essere, la realtà politica della società alla data del sondaggio, nel calcolo
delle percentuali finali che indicano la valenza dei partiti nella popolazione
non devono, come invece accade, essere preventivamente esclusi tutti coloro che
non si riconoscono o non hanno intenzione di votare per nessun partito,
altrimenti il sondaggio assume espressa valenza condizionante e manipolatoria,
e tutta a vantaggio dell’insieme dei partiti. Facciamo alcuni esempi.
Se su
1.000 italiani 600 rifiutano di collocarsi o non voteranno alcun partito,
escludendo preventivamente questi ultimi dai calcoli percentuali avremo
risultati “falsati” se, ai 400 che invece hanno risposto “utilmente”, daremo
una valenza politica come se fosse riferita all’intero campione intervistato
(cioè 1000).
400,
infatti, rispetto a 1000 rappresentano il 40, non il 100%!
E’ come
se a 1.000 italiani di un sondaggio si dovesse chiedere: “qual è il tuo tipo di
carne preferito”?
Se 100
rispondono il manzo, 100 il vitello, 100 il pollo, 100 il maiale …e poi ci sono
tutti quelli ai quali piace solo il pesce, i vegani, i crudisti ecc., l’insieme
di chi gradisce la carne sarà il 40% (e non l’intera popolazione italiana..),
con un indice di gradimento pari a un misero 10% per ogni tipo di essa.
Se invece
dal calcolo percentuale si escludono tutte le risposte che riguardano pesce,
vegani e crudisti, il risultato complessivo sarà perennemente 100%, a
prescindere dal numero effettivo di quanti gradiscono realmente la carne.
Col
risultato, a questo punto artatamente falsato, che l’indice di gradimento per
la carne negli italiani sarà del 25% per ogni tipo di essa.
Ammettiamo
ora che le risposte positive per la carne siano di n. 50 per ogni tipologia. Se
nel conteggio finale si includono le risposte non-carne l’indice di
gradimento sarà ancor più basso, vale a dire il 5%, mentre, come invece accade
attualmente per i sondaggi politici, essendo chi non dà voto ai partiti
matematicamente e preventivamente escluso il sondaggio sarà stato manipolato in
senso “trainante”, e come detto prima ad esclusivo vantaggio dei partiti…
Poichè attribuirà loro sempre e comunque un 25% di gradimento, ovviamente
truccato, per ognuno!
Quindi,
cari Salvini, Di Maio, Zingaretti, Renzi, Meloni, Berlusconi ecc. ecc., prima
di affermare di agire per il “bene degli italiani” pensate agli imbrogli dei
quali godete e dei quali siete i massimi responsabili e beneficiari.
Roma, 19 ottobre 2019
Il Movimento
Astensionista Politico Italiano
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Caro Zingaretti, qualche ripetizione di matematica non farebbe mica male…
In un tweet pubblicato ieri sera, il Segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti ha scritto: “PD e M5S rappresentano oltre il 40% dell'elettorato italiano e se ci apriamo ad altre forze del centrosinistra è positivo…”
Al nostro portavoce Antonio Forcillo la cosa non poteva passare inosservata, che a Zingaretti ha così risposto: “Spiace contraddirti, ma il 40% non è espressione di "tutto" l'elettorato italiano... Conta i voti e rapportali all'intero corpo elettorale (quasi 51 milioni di elettori alle europee 2019) e poi mi sai dire...” aggiungendo inoltre, dopo aver controllato i dati delle europee 2019: “Ma che razza di percentuali dai? Alle europee il PD ha preso 6.129.355 voti che rispetto ai quasi 51 milioni di elettori rappresenta il 12% degli italiani. I cinquestelle invece ne hanno presi 4.615.651, pari al 9% degli italiani. TOTALE PD+M5S = 21%!!! Darai mica i numeri???”.
Alle risposte date Zingaretti non ha per niente controreplicato, lasciando quindi intendere l’opportunità di osservare, per l’occasione, il precetto di origine dantesca del “non ti curar di loro ma guarda e passa”.
A questo punto, a noi astensionisti politici italiani che rivendichiamo il diritto per lo meno della visibilità elettorale di chi esprime il proprio voto politico con un voto “non utile” per nessun partito o candidato, sembra che la politica italiana, compreso il partito che si autodefinisce “democratico”, sia recidivamente affetta dalla “sindrome della quarantina”.
Da questa stessa sindrome, infatti, oltre all’ex PD Matteo Renzi, ad agosto è stato colpito anche Matteo Salvini, che recandosi al Quirinale per chiedere il voto anticipato sulla base del suo 40 per cento intenzionale ha, purtroppo per lui, dovuto scoprire una realtà ben diversa.
E stesso andazzo ci sembra stia ripercorrendo, neanche tre mesi dopo, il nostro caro segretario Zingaretti, che analogamente a Renzi e Salvini dà già per certo il miraggio del 40 e passa per cento degli italiani dalla sua parte di coalizione politica.
Il Movimento astensionista, se non lo si sa, è nato dodici anni fa proprio nel metapontino, la terra dove visse, insegnò e morì il grande Pitagora.
E visto che il segretario del Partito Democratico non intende avere con gli eredi di Pitagora alcun confronto o dialogo, nonostante le numerose richieste fattegli pervenire e sistematicamente accantonate, vorremmo almeno spiegargli, una volta per tutte, come si calcola una percentuale.
Esercizio n. 1) Dato un numero fisso, per esempio la popolazione italiana odierna vale a dire 59.213.086,a quanti italiani corrisponde il 10% di essi? Si moltiplica 59.213.086 per 10 e si divide per 100. Il risultato sarà quindi 5.921.308,6
Esercizio n.2) Dato un numero di italiani, per esempio 10 milioni di essi, quale è la loro percentuale sull’intera popolazione? In questo caso si procede nel modo seguente: 10 milioni moltiplicato 100 diviso 59.213.086. Il risultato sarà 16,8%
Esercizio n. 3) E dato il numero degli aventi diritto al voto alle europee 2019, vale a dire 50.952.719, che percentuali hanno preso il PD con i suoi 6.129.355 voti e il M5S con i suoi 4.615.561 voti?
Elezioni Regionali in Umbria, appello del MAPI a un’astensione ancor più massiccia dell’elettorato.
In vista delle Elezioni Regionali in Umbria del 27 ottobre il Movimento Astensionista Politico Italiano lancia un appello all’elettorato umbro a un’astensione ancor più massiccia da parte dell’elettorato.
Dopo la manomissione della Costituzione operata dai “nemici” del popolo italiano, che in realtà non aspirano al risparmio di risorse ma all’ulteriore rafforzamento del loro potere criminale finalizzato al furto, le elezioni regionali umbre rappresentano sempre più chiaramente uno strumento di ratifica popolare per i loro loschi affari.
E’ arrivato il momento di far affermare la piena sovranità degli elettori, chiamati stavolta ad esprimere il loro diritto di voto per mezzo di un’astensione massiccia e imponente del popolo, al fine di snidare questi ladri di sovranità, saccheggiatori di risorse “autorizzati” ma non legittimati.
Che il popolo umbro dia un segnale ancor più forte e convinto a questi usurpatori della democrazia, che altro non fanno se non gozzovigliare e arricchirsi alle spalle di tutti gli italiani.
Nero d'Italia è il primo documentario realizzato dalla giornalista Valeria Castellano. Un viaggio nelle valli del petrolio, in Basilicata, là dove si produce l'80% dell'olio nero italiano. E' il racconto delle storie di chi vive all'ombra delle trivelle, di chi respira l'aria delle raffinerie. Sì, perchè i centri oli, in quella regione, sono sorti tra le case dei contadini, accanto alle coltivazioni e ai pascoli.